lunedì 25 luglio 2011

Club 27

Chi se la immaginava Amy Winehouse invecchiare? No, a parte gli scherzi, ci avete mai pensato? Io con le rughe e il guscio come Keith Richards non me la riuscivo a immaginare; si perché Keith, scavato dall’esercito di droghe che dagli anni ’60 ha spedito nel suo corpo usando tutte le vie possibili e immaginabili, è solo un guscio; e che guscio, ma -voglio dire- lì dentro non possono abitare organi, suvvia non siate ingenui. E così la Amy a farsi il colore dal parrucchiere per coprirsi la ricrescita o direttamente sfatta coi capelli bianchi nei momenti di down, proprio non riuscivo a immaginarmela. Eppure, ora che c’ha messo del suo, s’è impegnata e ha bussato al club dei 27, dove l’ha accolta Maggiordomo Jim Morrison, in compagnia di Kurt, Janis e Jimi, mi pare comunque presto. Nonostante il suo l’avesse già fatto. Può piacere o no, ma quella voce, imitata inutilmente da tante dopo, ha cambiato qualcosa. Un altro mattoncino nella storia della musica.
Guardi quelli del Club dei 27 e ti viene da pensare che bisogna disfarsi a quella maniera per scrivere qualcosa di originale e creativo e, soprattutto, capisci che non sarai mai una rock star, perché te i 27 li hai passati da un pezzo, perché credi ancora in babbo natale e anche perché la cosa più alternativa che ti sei fatta è stata una sniffata di vicks quando la bronco tronco era già un pallido ricordo.

Nessun commento: