lunedì 27 ottobre 2008

Genitori a carico... emotivo pesantissimo

Da Eule con furore:

MAGGIORE ETA’

Quando si raggiunge la maggiore età? Qualcuno dice a 18 anni, qualcuno dice quando ti nascono i denti del giudizio. Io penso che la raggiungerò quando mi cadranno tutti i denti per la vecchiaia. Perché se per i miei a quasi 30 anni è ancora opportuno che controllino ogni mia mossa, penso che non diventerò mai grande, almeno ai loro occhi.
Vi racconterò questa vicenda che ha veramente dell’incredibile: una sera, una ragazza e un ragazzo, dopo una bella cenetta romantica e due passi per il centro di Firenze, si apprestano a ritornare verso casa, presi però dalla passione decidono di appartarsi per un fugace tetè a tetè. Proprio sul più bello comincia a suonare il cellulare di lei…MAMMA…ovviamente dalla bocca di lei parte un sonoro moccolo, ma di quelli che partono dalla bocca dello stomaco!
Facciamoci ora una domanda: come sarà venuto in mente a questa madre così apprensiva di chiamare la figlia, ben sapendo che era in compagnia di un giovane, alle 23:30, per ricordarle che comunque era “tardi” e che al mattino successivo si sarebbe dovuta alzare per andare a lavoro?
Ora le mie compari le T5ever capiranno perché c’è tutta questa voglia di lasciare il “nido”, non tanto per avere uno “scannatoio”, come dice Sahry, quello sarebbe il meno, ma per scappare dal “parental control”. Che dopo una certa età diventa davvero insopportabile.
Comunque lasciate che vi dia un consiglio da seguire scrupolosamente: in quelle occasioni, SPENGETE IL CELLULARE!!! Consigli per gestire i genitori non sono in grado di elargirli se fino ad ora non sono riuscita ad educarli a lasciarmi spiccare il volo.

venerdì 24 ottobre 2008

Questione di Ordine di Grandezza

Le 6.00 del mattino; Roma Termini. Iniziano ad arrivare i primi viaggiatori, pendolari e non che affollano i sempre più esigui e ritardatari treni delle effeesse. Eule e Valetudo hanno le chiappe incollate ormai da qualche ora su una delle panchine. Sono reduci dal Concerto dei Depeche Mode, in cui Dave Gahan ha dato ottima mostra di sè e intuizione dei suoi attributi. Le ventenni sono raggiunte da un anziano che si siede accanto a loro nello spazio rimanente. Esse guardano davanti a sè, assenti, anacroniche, sospese nei ricordi delle faville della notte appena congedata. Nei loro occhi inchiodate le figure della band, epifaniche vibrazioni, i loro otoliti sbandanti ai ritmi convulsi ed elettronici dei britannici. Il front man a metà serata aveva letteralmente preso in mano la situazione: dopo multilpli basculamenti pelvici contrastanti in ossimoro con la rigidità lineare dell'asta del microfono, evidentemente provocanti uno spostamento dell'altra asta in suo possesso, decise di riprenderne il controllo con un assestamento manuale di ciò ce molti chiamano "pacco" che ne tradì le ragguardevoli dimensioni. Il ricordo del gesto trivellava i neuroni delle toscane in trasferta; l'usuale saggezza valetudiana non tardò a manifestarsi; con verità tali, il cui peso è insostenibile non ci si può trattenere, vanno condivise con il mondo, con l'universo anzi, dato che ad esso appartengono. E fu così che Sahry, trasformata in oracolo, previo impallidimento ed apnea, enunciò:
"Dave ce l'ha d'un chilo e mezzo!"
Il più che 65enne a lato si alzò e si diresse verso la zona commerciale, probabilmente in cerca di una fottuta bilancia, che dubitiamo, a quell'ora del mattino, abbia trovato.
Come vedete la felicità non si misura in centimetri, pardon in metri, tanto per citare la Scarlett. Ragazzi, potete smettere di girare col righello in tasca!!!

mercoledì 22 ottobre 2008

Le femmine sono più avanti

Concita De Gregorio ha scritto un libro veramente meritevole, Malamore. Esercizi di resistenza al dolore, uscito da pochissimo per Mondadori (Le strade blu). Ne cito un pezzo, che lei a sua volta cita, molto interessante:

“...
Da Il Cervello femminile di Louann Brizendine, Neuropsichiatra, Rizzoli 2007:

Ogni cervello fetale appare femminile fino all’ottava settimana. Per natura, infatti, la femmina è la struttura-tipo da cui si sviluppano in seguito entrambi i generi. Se si osservasse tramite immagini al rallentatore in risonanza magnetica la crescita del cervello femminile e di quello maschile si noterebbe che i diagrammi dei circuiti si realizzano seguendo un progetto sia tracciato dai geni che dagli ormoni sessuali. A partire dall’ottava settimana di gestazione un massiccio afflusso di testosterone trasforma questo cervello “neutro” in “maschile” sopprimendo alcune cellule dei centri della comunicazione e facendo crescere un maggior numero di cellule nei centri del sesso e dell’aggressività. Se invece l’ondata di testosterone non si verifica il cervello continua a crescere indisturbato secondo una struttura femminile. Le cellule cerebrali del feto femminile producono più connessioni nei centri della comunicazione e nelle zone che elaborano le emozioni: nella maggior parte dei contesti sociali le donne fanno uso di maggiori e più sofisticate forme di comunicazione rispetto agli uomini. E’ questo bivio della vita fetale che determina il destino biologico di ciascuno.

...”

giovedì 16 ottobre 2008

Women in Science

Diamo un po’ di numeri: in Italia le donne nei Consigli Scientifici sono il 13%, siamo al penultimo posto - davanti solo alla Polonia-, contro il 27% della Francia e il ben più, è il caso di dirlo, roseo 47% finlandese; Le donne che nella scienza dal 1901 si sono aggiudicate il Nobel restano comunque solo 12... Eppure, a quanto scrive il Supplément di oggi a Le Monde, che pubblicizza la due giorni normanna di Deauville della Scienza in Rosa, il cervello delle femmine è ugualmente “adeguato” alla matematica quanto quello dei garçons. Cosa propone allora la ricetta scandinava di tanto diverso da quella mediterranea? Innanzi tutto la parità è effettiva: la Finlandia conta il più alto tasso di ricercatori per milione di abitanti, e in questo la proporzione tra i generi è equa. Esistono delle politiche poi che indirizzano per esempio gli uomini allo studio dell’infermieristica, carriera tradizionalmente a prevalenza femminile. Ma soprattutto è l’atteggiamento: la donne che rivestono ruoli ai vertici nelle varie istituzioni scientifiche, intervistate, hanno risposto che non si sono mai poste il problema in termini d sesso, ed hanno fatto chiaramente capire ai colleghi che “non era sempre il loro turno per fare il caffè”. Aveva ragione Quelo: “la risposta è dentro di te, solo che a volte è sbagliata”. E’ un meccanismo molto subdolo: ti abitui a vedere i ragazzi giocare a calcio o a rugby e pensi che sia normale. Forza ragazze, ce la possiamo fare; sta a noi!

http://www.womens-forum.com/index.php?/default/Events