mercoledì 28 maggio 2008

Berlino, 1932

Ringrazio Massi per questo splendido contributo:


Berlino, 1932

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me,
e non c'era rimasto nessuno a protestare

- B. Brecht -

venerdì 23 maggio 2008

La bella alla finestra

L'umanità popolare di Amado, per voi:

"...
- Glòria, caro giudice, è una necessità sociale, dovrebbe esser considerata dall'intendenza di pubblica utilità come il Gremio Rui Barbosa, la Euterpe 13 de Maio, la Santa Casa della Misericrdia. Glòria esercita una funzione importante nella società per la semplice azione della sua presenza alla finestra, per il passeggiare di tanto in tanto nelle strade, è riuscita a portare su un livello superiore uno degli aspetti più preoccupanti della vita cittadina: la vita sessuale. Educa i giovani al gusto della bellezza e fornisce materiale dignitoso per i sogni dei mariti delle donne brutte, purtroppo grande maggioranza nella nostra città, dà loro l'energia per assolvere agli obblighi matrimoniali che, diversamente, sarebbero soltanto tremendo sacrificio.
Il giudice si degnava d'essere d'accordo:
- Bella difesa, carissimo, degna di chi la fa e di chi ne è l'oggetto. E, detto fra noi, non è veramente assurdo tanta carne di donna per un solo uomo? Oltre tutto, uomo piccolino e risecchito... Se almeno lei non passasse tutto il giorno a farsi vedere come fa...
- E lei, caro giudice, crede proprio che nessun altro ci dorma insieme? Errore, gravissimo errore...
- Ma no!? E chi oserebbe tanto?
- La maggior parte degli uomini, eccellentissimo. Quando si stendono vicino alle mogli, pensano a Glòria. E' con lei che vanno a letto.
- Via, Joao Fulgencio, questo è un paradosso, dovevo immaginarlo...
..."
Gabriella garofano e cannella, 1958

martedì 20 maggio 2008

E la saga continua... Delle ruote, dei carrelli, del fanciullino

Eule, cara dolce Eule, grazie per avermi fatto ridere in questo giorno di pioggia:
Blogger Eule ha detto...

Madonna che mi fai venire in mente con questo mirabolante racconto Titty! Una delle scene più esilaranti della mia vita! Qualche anno fa uno zingaro mi aveva bollato il cellulare che avevo lasciato incustodito in biblioteca, allora qualche giorno dopo parto con mamma e babbo alla volta dell’Ipercoop per comprarne uno nuovo, come potevo stare senza!! Ovviamente la mamma quando si reca in questi templi della spesa viene colta da un desiderio irresistibile, quello di fare una mega sessione di acquisto, nemmeno stesse per scoppiare la guerra, quindi dice al babbo di prendere un carrello. L’Ipercoop di Sesto Fiorentino, come saprete di certo, ha nel sottosuolo un immenso parcheggio coperto con un pavimento liscissimo, che invita veramente ad una corsa con pattini a rotelle/rollerblade/skateboard/monopattino, ma in mancanza di tutto ciò che fa il babbo? Prende la rincorsa e si butta sul carrello. Per coloro che non lo conoscessero il mio babbo è un signore di 67 anni (all’epoca dei fatti 64) di un metro e ottanta per 95 kg che sembra uno tutto d'un pezzo e invece è ancora un quindicenne dentro! Il carrello non ha retto la mole e si è impennato ed è finito al suolo insieme al babbo, insomma, come si dice da noi ha fatto carciaritta. In tutto questo io e la mamma, in pochissimi secondi abbiamo avuto una serie di pensieri in successione: 1. nemmeno i bambini! 2. Oddio s’è stroncato! E, dopo aver verificato che era tutto intero, riso incontrollabile. Dopo aver snocciolato un rosario di moccoli, lo sfortunato acrobata mi prende da una parte e mentre avevo ancora i crampi allo stomaco dal ridere mi dice “Tu ne vedi di morti di 60 anni rialzarsi così! Sembravo una molla! Unn’ho fatto in tempo a cascare che ero di già in piedi!” e io prontamente rispondo: “Oh babbo ma che ne vedi di morti te di sessantenni che fanno di codesti lavori!”.

lunedì 19 maggio 2008

J'avoue

E va bene, j'avoue: si, la scorsa settimana sono caduta anch'io, dalla bici; l'Amilcare, questo è il nome dell'Atala bianca che ogni giorno stride sotto le mie lonze made in Mediterraneo, non ha retto; calma ragazzi: è ancora viva e ci vado attualmente, ma ha avuto una sincope. Effettivamente pretendere di restare in equilibrio in curva (secca secca), in salita (pendente pendente), sotto la pioggia (fitta fitta) e con la borsa (carica carica) su una parte era una sfida esagerata anche per il più clemente dei prof. di fisica. E così la bici si è prostrata. Io non ho neanche appoggiato le mani in terra, son rimaste salde al manubrio, il cestino fissato cococò style (leggasi "precariamente") con spago da Roast Beef (in realtà è un'opera d'arte che verrà presto esposta al MOMA di NY, metafora dell'impermanenza della vita) ha ruotato di 90° indovinando la posizione in cui m'è immediatamente balenata la Vergine, i piedi mi si sono conficcati tra i pedali e a quel punto - sarà stata la vicinanza di una chiesa - le mie sinapsi hanno individuato i seguenti insiemi incrociandoli:
. Tutti gli uomini
. Tutti gli uomini di nome "Gesù"
. Tutti gli uomini di nome "Gesù" morti
. Tutti gli uomini di nome "Gesù" morti sulla croce
La bestemmia neurale ha incontrato un fulmine che se mi prendeva mi avrebbe arrostito anche il ferretto del reggiseno, e i giornali avrebbero titolato: "Folgorata allo spiedo della sua bicicletta", occhiello: Martire della città dalle piste ciclabili fantasma. E già perchè mi trovavo lì dato che dalla via parallela non ci potevo passare perchè ad alto scorrimento, perchè per km non ci sono piste ciclabili e quelle che ci sono son spesso inagibili. E non inquino. Tiè! Isil, quante cazzo di piste ciclabili ci sono nella stra fottutissima Svezia? Ma porca della miseria cane!
Almeno le scarpe son rimaste illese... Ben tornato San Prada!

Ruote, munnezzaio e ossi di formicola

Ieri c'è stato il pranzo che raccoglieva tutto l'albero genealogico da parte di mamma, del Sergente quindi, una vera sequoia... a cui mi son sottratta: avrei potuto impiccarmi ai rami... Inoltre oggi mi son potuta godere il racconto, a tavola, tra un fusillo e un pezzo d'"ananasso", come si dice dalle mei parti. A quanto pare lo zio Mauro, il marito della Cesarina, già citata, in settimana ha affrontato uno dei suoi match di improvvisazione teatrale, rallegrando il centro commerciale dove la coppia, dal solido e indiscusso legame, si era recata per acquistare una valigia. Stanno per partire per il mare, credo. Lo zio, con la solita smania che ha alle gambe, ha pensato bene di sedersi sul primo oggetto -riconoscibile come 'sedia'- si parasse nel suo campo visivo. Detto fatto, trova la sediolina da ufficio, quella classica con le ruote, della signorina addetta ai clienti (quelle addette ai clienti, anche a 64 anni, anche se sposate son sempre "signorine", e ingolfano audacemente le fantase erotiche di generazioni intere accomodandosi il foulard al collo o sistemando i bottoni della divisa). La proto-hostess, vedendo lo zio adagiarsi dall'alto del suo quintale sulle 6 ruote modello pattinaggio artistico, ha esclamato portando le mani smaltate di fresco alla bocca sverniciata di gloss: "Oh ikkè la fa?" ma non ha fatto in tempo a dirlo che lo zio è partito nel suo viaggio verso l'infinito; la radio in stereo ha inziato a trasmettere "Nano-Nano". Un dislivello in una delle mattonelle ha inaugurato il salto. L'improvvisazione ha avuto un successo pazzesco, dato che anche lo stesso regista-attore non ne era consapevole. E spesso avviene cosi, dato che "inciampa negli ossi di formicola" e se sei un bambino e cammini a suo fianco, guai a farlo con le mani in tasca, che nvece devono essere sempre pronte a pararti dalle cadute eventuali. La zia sperava di trovare il petrolio, o che il suo sposino raggiungesse l'Australia, ma niente di tutto ciò è avvenuto (liste d'attesa troppo lunghe per San Gennà! E ora Iss tiene a'munnezz!), anzi, s'è ritrovata a doverlo alzare, rischiando un'ernia vertebrale e col trucco colato dalle lacrime delle risa.

sabato 17 maggio 2008

conoscenze...

Blogger Eule ha detto...

Titty ma te lo avevo detto che uno dei Baustelle è un mio collega? Ormai Ex credo...un c'è mai a lavoro, credo che lo abbia lasciato per fare la rock star. Comunque belle parole davvero, si fa meglio le canzoni delle pratiche di fido a volte no?!

Allora faccelo conoscere! Voglio un autografo sul diario!!!

venerdì 16 maggio 2008

L'aeroplano

Io la trovo strepitosa, è una delle canzoni dell'ultimo album dei BAUSTELLE:

Che cosa resta di noi che scopiamo nel parcheggio.
Cosa resta di noi: un rottame di Volksvagen.
Il ricordo, si sa, trasfigura la realtà.
La verità se ne sta sulle stelle più lontane.
Ci rimane una città, un lavoro sempre uguale,
una canzone che fa da sottofondo all'Indecifrabile.
Cosa rimane di noi, ragazzini e ragazzine,
la domenica dentro le chiese ad ascolare la parola di Dio.
Il futuro era una nave tutta d'oro che noi pregavamo ci portasse via lontano.
Cosa rimane di noi ora che ci siamo amati ed odiati e traditi... e non c'è più limite.

Sfreccia in cielo un aeroplano
Io ti amo e non ti penso mai
Penso a quello che ci resta
Vola l'aeroplano... va lontano
Vola su Baghdad
Noi voliamo invano.

Che cosa resta degli anni passati ad adorarti.
Cosa resta di me, delle bocche che ho baciato in discoteca.
Che cosa ne è della nostra relazione,
Supidi noi che piangiamo disperati.
Che cosa resta dei sogni che avevamo nella testa.
La nostra esperienza a che cosa servirà?

Sfreccia in cielo un aeroplano
Io ti amo e non ti penso mai
Penso a quello che ci resta
Vola l'aeroplano... va lontano
Vola su Baghdad
Noi voliamo invano.

Se volete beneficiare anche dei meravigliosi giri di note:
http://it.youtube.com/watch?v=d5m9Is5y8K0

giovedì 15 maggio 2008

Protesi

Questa è mondiale, la nostra Aldina ci stupisce sempre con effetti speciali: che diavola tu sei!

Come già ho anticipato ieri alla Sarhy, sto per completare il mio album delle
figurine di merda Panini. L'altro giorno ne ho collezionata una
magistrale. Al DEA c'è un tecnico di radiologia sulla sessantina, molto
simpatica che si chiama Pierina (l'Ile la conoscerà di certo) che
si caratterizza per essere un donnino di trenta kg con un vocione da
tenore, in grado di resuscitare i morti. Ora, io la Piera l'avevo già
conosciuta a Febbraio quando ero a fare tirocinio in rianimazione ed era stata
subito simpatia reciproca. Solo che non mi ero accorta di un piccolo
particolare. Domenica mattina la incontro lungo il corridoio e mi
accorgo da lontano che zoppica. Quando più tardi ci incontriamo
l'apostrofo simpaticamente così: "Oh Pierina, indò tu' vai tutta
zoppa?". Cala un secondo di gelo in cui io, recuperato un barlume di
lucidità, capisco di essere piombata in un pozzo senza fondo di merda.
Lei mi fa: "Eh, ho una protesi. Tempo fa mi hanno fatto un lavoro fatto
male." Oh, mi volevo ammazzare. Madonna, io pensavo nella mia lunga
carriera di figurine di aver già dato il meglio di me ma è proprio vero
al peggio non c'è mai fine.
Non mi rimane che andare alla sagra.

Frugoletto amoroso

Finalmente il bel racconto di Isil... Tenete presente che è davvero un angioletto, a regola d'arte: biondi i capelli, azzirri gli occhi. Immaginatela nella tenera età pre-scolare; che frugoletto amoroso...


Avrò avuto più o meno quattro-cinque anni. Solevo giocare sul terrazzo d'estate. Quell'anno il caso ha voluto che si costruissero proprio davanti casa una serie di villette a schiera. In poche parole ho appreso dai solerti muratori una tale quantità di bestemmie da far impallidire gli scaricatori di porto :-) La mamma mi ha raccontato che usavo tirar fuori tali 'perle' un po' a casaccio (data la giovine età), dando il meglio di me nei momenti più inopportuni, tipo tra la folla, dai parenti, all'asilo (la chiesa no, non è mai stata tra le frequentazioni di famiglia, ma in effetti a ripensarci sarebbe stato bello) ecc. costringendola, tra il divertito e lo sconvolto, a rimediare in qualche modo alla sfilza di sagrati del suo piccolo angioletto bestemmiatore. In seguito ho potuto seguire l'esempio della nonna: soave e indimenticata virtuosa dell'imprecazione creativa.Per la cronaca, gli svedesi da questo punto di vista sono dei pivelli...... non conoscono la sublime arte dell'ingiuria pesante. Fanno riferimento solo al diavolo (Fan! o Djävlar!) o all'inferno (Helvete!). Insomma niente cristi, madonne, dii, santi e nemmeno riferimenti ai genitali... roba da matti! Porca troia che popolo ingenuo del cazzo.... ;-)Heja Sverige!'Pussas (sarebbero baci, no lo dico perchè in italiano potrebbe suonare male ;->)

domenica 11 maggio 2008

Si salva con la gastrite

Mattina. In bagno. Io e mia madre ci scambiamo "le consegne", mezzo assonnate, tutte struffellate, in camicia da notte lei, in piajama io. Ha sognato male. Il tragico evento di Verona e la conseguente puntata di anno0 l'anno evidentemente scossa, sicchè mi fa:
"Per carità, stai attenta quando esci"
Ed aggiunge, provvidenzialemnte a conoscenza del mio carattere bestemmiatore e del mio segno de fuego:
"Non accettare provocazioni!"
"Sieeee", gli rispondo io, "A quegli gli andrebbe schiacciata la testa ni' muro"
Lei alza il sopracciglio destro, quindi proseguo: "Tranquilla mà, non sai che m'è successo giusto l'altra sera..."
Lei sgrana gli occhi, e si siede, e io attacco. La sera prima, in una delle mie uscite notturne zu Fus, passando dietro casa, davanti alla ASL, nota sede distributrice di metadone, proprio davanti alle scale dell'entrata affiancanti il marciapiede nonchè quartier generale delle "compagnie" di zona, proprio in quel punto una gastrite da fragole di cui ero vittima ha il suo effervescente effetto. Il buio mi diceva che ero sola, quindi ho sgassato un rutto degno della miglior Principessa, proprio ci ho messo tutta l'anima, e devo confessare che ne ho ottenuto anche molta soddisfazione, tanto da balenarmi l'idea di scrivere un manuale sull'autostima. Appena concluso questa marcia trionfale, vedo due paia di occhini sbucare dalla notte, sulle scale.
Credo che il fatto abbia costituito un vacino anti-scippo, dato che mi hanno lasciato passare con un espressione che ho letto, nell'oscurità, come ammirata... Che fantasia! E senza acidi!

venerdì 9 maggio 2008

Connecting People

Blogger Liz ha detto...

Ciao Ile,
detto fatto...in un paio di giorni mi sono letta tutta la vostra produzione! e devo dire che ne è valsa assolutamente la pena...alcune perle me le sono segnate, da utilizzare nei momenti difficili!!! ; )
Che dire...sarei molto curiosa di conoscere anche le altre mirabolanti componenti del gruppo...e in particolare l'amante - come me - di gufi e civette! a prestissimo...Bacio.

Cara Liz,
Non temere, faremo una zingarata a Bologna!!!
Grazie

martedì 6 maggio 2008

Ormone mormone - seconda parte

Dato l'enorme fava che sono avevo scaricato olo una parte del testo di Sahry... non era lei che s'era persa un pezzo, ma la sottoscritta. Eccovi la fine, magistrale:

La fanciulla si fidanza con un bel giovine, già diplomato, iscritto università, amante Nirvana, suonante chitarra; non completamente ateo ma certamente più critico del precedente. Decide-il bel giovine- di fare il militare, e sceglie il corpo dei pompieri…un sogno freudiano che si avvera, visto che il padre di lei è per l’appunto un pompiere. La nostra è davvero coinvolta: si da’ il caso però che lui sia tormentato, troppo poco stabile per la nostra, la quale gli aveva già costruito intorno uno dei suoi sogni “borghesi”sull’avvenire.
La storia si chiude.
Si insinua quindi nell’animo di lei il desiderio di avere accanto un uomo di saldi principi e valori, granitico, serio…il suo sguardo si posò su un nostro compagno, che sarebbe meglio chiamare camerata visto che era/è simpatizzante Fini. La cosa dura pochino.
Maturità! Tanto per dare un cenno sui tempi…
All’università, la nostra parte bene e prosegue con ritmo invidiabile…si sapeva, già al liceo aveva dimostrato di essere piuttosto in gamba.
Ci perdiamo un po’ tutti di vista, le serate del finesettimana non esauriscono la conoscenza del quotidiano di ognuno…
Ricordo che una delle ultime uscite con il gruppo del liceo fu per il suo compleanno, a luglio: di solito eravamo i soliti sette/otto più un paio di special guests, stavolta venne apparecchiata una tavolata infinita, animata da individui forse intravisti negli anni precedenti…e soprattutto lui, il supercatto di tre anni prima.
Consumato il pasto, venne il momento dei regali: superato l’imbarazzo per aver scelto tutti lo stesso-bikini bianco gli altri, bikini giallo+minipareo noi-, la nostra scartò per ultimo il regalo che il supercatto le rivolgeva in separata sede: una foto incorniciata di loro due che si baciano contro un tramonto in collina…”ma che fa, ci riprova?” Vociarono inorriditi i sette più due special guests.
“Che cattivo gusto, no? No?”...no. Cioè, anche sì, che si fanno questi regali alla “Cioè”?!
Ebbene cari lettori, si scoprì allora che più che una cena di compleanno, era l’occasione per far sapere ai 7+2 special guests che la coppia si era felicemente ricongiunta da qualche mese.
Sottofondo da colpo di scena sgradito…
Uscii con quel gruppo un’altra volta, alla fine dell’estate, poi le strade si divisero, e di molti avevo solo notizie di seconda mano.
Musica malinconica, prego…
A distanza di circa un anno, mi si informa del loro imminente matrimonio: la famiglia di lui non voleva aspettare oltre, anche i fratelli si sono sposati presto…
Ma lei? Le mancavano quattro esami per la tesi, sicuramente avrebbe chiuso l’università col botto…il suo sogno di farsi una famiglia non sarebbe stato in discussione con una più logica disposizione degli eventi. Perché sposarsi a 22 anni con un coglione?
Ricordo ancora alcune frasi della coppia mentre organizzavano l’arredamento della magione (stranamente vicina alla casa dei genitori di lui): “là appenderemo la foto del matrimonio”, “metteremo lo stendino in aria come tutte le famiglie normali”…quando lei prospettò l’acquisto di una libreria per il salotto, lui la seccò dicendo che “macché, tanto i libri non li legge più nessuno”. Sempre lui si premurava di far sapere ai futuri invitati quanto sarebbe costato il pranzo di nozze a testa (lo ricordo io che poi non ne godetti, 18mila lire) come se si aspettasse poi una cena gratis per pareggiare il favore…naturalmente nel suo conteggio i regali della lista nozze non erano mai presi in considerazione, il regalo è dovuto, il pasto no.
E lì, accanto a questo raro esempio di stile, se ne stava lei, sicura nel suo ruolo di parrocchiana senza macchia.
Come per il compleanno, anche il matrimonio divenne in realtà l’occasione per qualcos’altro. Fu il saluto alla urlatrice del cavalcavia, alla studentessa di successo…e anche alla nuova release, visto che in capo a poche settimane i rapporti, già rarefatti, si congelarono.
Dopo meno di due anni ebbe il suo primogenito. Grande soddisfazione nell’apprendere che il bimbo recava i colori di un finlandese, quando il padre pare un egiziano.
Speriamo che la melina sia caduta alla giusta distanza dall’albero.

Livorno caput mundi

L'Aldina inizia a scrivere su qesto blog; sentite che delizia ha inviato alle Tampax5ever per mail:

Care amiche, l'altra notte a tirocinio ho avuto modo di assaporare un
fulgido esempio di poesia livornese. Si presenta un ragazzino, nato a
Pisa ma residente a Livorno (e questo infausto binomio era fonte di
oscuri presagi) con sospetta appendicite. Dopo la visita medica mi
appresto a mettergli un ago-canula ma il fanciullo mi avverte " 2 volte
mi hanno bucato e 2 volte sono svenuto!". A tale frase rispondo garrula
"Tranquillo, tanto più che sdraiato". Ma la sorte mi era avversa. Non
faccio in tempo a gioire per avere azzeccata la vena al primo colpo che
il giovane viene scosso da improvvisi conati di vomito. Con balzo
felino mollo la canula e corro di telino munita in soccorso. Nel
frattempo arriva il parente, un livornese sulla quarantina, stile un pò
yuppi. Tento di assicurare la canula al braccio, onde evitare di
doverlo ribucare) ma il ragazzo mi sorprende con effetti speciali: mi
fà una gattata incredibile, con un getto potentissimo che manca poco
colpisce il medico ai piedi del letto. Ha vomitato anche la Madonna
travestita da pirata. Lo yuppi, probabilmente conoscendo il terrore
fobico del giovane per gli aghi, lo apostrofa magistralmente in cotal
modo: " tutto questo per un ago!! Dhe' ma se' proprio una POTTA
INCIPRIATA!".
Che dire. Livorno caput mundi.
Tanti baci.

PS: per
dovere di cronaca aggiungo che dopo 3 ore, quando sono arrivata a
togliergli l'ago per dimetterlo, il giovane virgulto livornese ha
rigattato di nuovo. Questa volta lo yuppi ha stabilito che da
incipriata la potta era diventata MOSCIA.

Proposta per Blog

Sahry mi ha lanciato un'idea da cui non potevo escludervi. Mi affretto a pubblicarla; per la risosta, almeno mia, ci vorrà un pò di pazienza, ma in realtà è un'dea per tutti. Chi più ne ha più ne metta, ognuno dia il suo contributo!
Ecco la mail:

L'argomento, di nuovo, è foriero! E la domanda non è peregrina...
Voglio pareri sinceri, eh! Immedesimarsi please...


Amicizia uomo-donna.Illusione o realtà?

Muoviamo dall'assunto che amicizia non è un generico rapporto di conoscenza che porta a condividere semplici momenti comuni (hobby, passatempi, divertimenti, lavoro..); ma un rapporto che porta a vivere momenti esclusivi che hanno come unico scopo il piacere di incontrarsi. Un'amicizia autentica si ha quando i due si incontrano (anche figurativamente) per parlare delle loro vite. Benissimo, ma fra uomo e donna? Che succede? La prima perplessità fondamentale è che il rapporto rischia di essere inquinato da una sotterranea reciproca attrazione erotica, non del tutto consapevole.E l'elemento fisicità, mai del tutto assente, che ci fa dubitare dell'autenticità di un sentimento d'amicizia fra uomo e donna. Questa la tesi di J.L.Borges (L'amicizia tra un uomo e una donna è sempre un poco erotica, anche se inconsciamente”) o di Nietzche (Una donna può anche provare amicizia per un uomo, ma perché ciò sia possibile è necessaria una piccola antipatia fisica). Ma è anche ciò che emerge dai numerosi forum e blog presenti in Rete sull'argomento. La maggior parte dei cybernauti ritiene che raramente tra un uomo e una donna si instaura un rapporto del tutto equilibrato sotto il profilo dell'amicizia. Anche se resta il sogno di realizzarlo. Ci può essere, c'è amicizia fra sessi diversi ma in molti casi - a posteriori - ci si rende conto di non essere stati ricambiati con la stessa sincerità di intenti; o viceversa di essersi innamorati del proprio amico/a. A rafforzare questa tesi (e a confonderci le idee) ci viene incontro l'etimologia. La parola “amore” ha la stessa radice di “amicizia” (am-). Se provo amicizia verso qualcuno, provo una forma di amore. Si comprende bene quanto sia rara e difficile fra uomo e donna, dove l'elemento fisico è quasi inevitabile, nella diversità fisio-biologica della coppia. Anche perché un'amicizia nasce di certo dalla simpatia, ma anche da una prima impressione visiva che suscita in noi una reazione biochimica che somiglia all'attrazione fisica, poi da una sintonia di pensiero. Se l'amico/a ti piange sulla spalla e nasce un abbraccio per consolare, o una carezza sul viso, o un bacio fraterno, o materno, o paterno…allora il contatto fisico c'è. Il rapporto dovrebbe incanalarsi in una direzione che escluda la fisicità di tipo sessuale. A complicare le cose interviene un secondo elemento. La differenza tra l'emotività femminile e quella maschile. Le donne coltivano un rapporto d'amicizia per “stare”, gli uomini per “fare”. In altri termini, le prime pongono l'accento sulla comunicazione, anche non verbale. Gli uomini sulla comunanza di interessi e attività. Le donne inoltre sono per DNA portate all'introspezione, all'analisi, a quel discutere e mettersi in discussione, forse senza mai arrivare a una soluzione concreta dei problemi. Gli uomini no: di fronte a qualsiasi richiesta di consigli, hanno la soluzione pratica. Immediata o ragionata, lascia ben poco spazio a ulteriori divagazioni. Bando alle inferenze logiche e alle elucubrazioni teoriche, è meglio non escludere a priori l'amicizia fra un uomo e una donna. E godere delle emozioni e degli arricchimenti umani che può dare. A volte ci sono amicizie profonde, limpide e soddisfacenti che smentiscono nella pratica quanto si è detto sinora.

Arriva la bella stagione

Con l'arrvo della bella stagione, non è di fuori che ti arrivino mail come questa, grazie magica Sahry, mi conforto nel vedere che la Valetudi sempre ti distingue!

Da: valetudo@sahry.it
A: biagia@titti.it
OGG: freddure per blog

Questa l'ho detta domenica, chiedendomi quale insetto mi avesse gentilmente colpito la coscia:
"Questo un è un pinzo, l'è un trombamico".
Come titolo, potrebbe starci "ARRIVA LA BELLA STAGIONE!"
A presto!

Secondo tempo

Blogger sahry ha detto...

Che mi manca un pezzo?

Ebbene si, mia cara; c'hai regalato solo il primo tempo, ma noi i' biglietto s'è pagato intero...abbiamo scartato l'uovo, visto che è del cioccolato migliore, ma non sappiamo quale sorpresa si celi al suo interno... Aspettiamo fiduciosi!

Modestina

Blogger massimo ha detto...

Squitty eroica...ferita ma mai doma

Si, ma se non c'eri te a levarmi lo scheggione col cavolo che potevo fare la splendida dopo! M'ero già vista fare ore di fila al pronto... Ora però la pinzetta non funziona più con le sopracciglia; ho deciso quindi di metterla in una teca ed esporla nella mia casa museo, alla faccia della modestia! A proposito, Sarhy potrebbe fane la gallerista, e Isil gestire la succursale di Stoccolma...

domenica 4 maggio 2008

C'è arrotino e arrotino...

Sotto suggerimento di Sahry abbiamo chiesto ad Eule chi fosse l'arrotino dell'Oriuolo... eccoci accontentati:

Eule ha detto...

E' colui che nel blog hai già nominato nella formazione dell'ultimo dell'anno il "Vincente Giacca"!! Soprannominato così da Sahry in una delle nostre serate all'Oriolo. La cosa è andata in questo modo: Sahry lo vede entrare nel bar e , in uno dei suoi lanci di spontaneità esordisce: "DONNEEE!!! E' arrivato l'Arrotino!!" Veramente irresistibile!! Soprattutto perché l'atteggiamento del nostro è proprio quello di uno che pretende di catturare tutta l'attenzione di ogni femmina nel raggio di 100 m!! Con il fine ultimo di arrotarsi il proprio manico di coltello (N.B. non la lama). Arrotino, ovviamente non è l'unico appellativo del nostro amico, ma anche "sventra" con cui lo indica più spesso Aldina, oppure salumiere o portiere che si riferiscono semplicemente alle sue attività diurne.

sabato 3 maggio 2008

Scheggia impazzita

L'intrepido MassimoRamboLibraio si è oggi strovato a svogere una delle sue missioni, magistralmente conclusa grazie alla tecnologia di ultima generazione in suo esclusivo possesso. Trovavansi la Squitty e il suddetto in una brasserie fiorentina, davanti ad una sfiziosa insalata e in mezzo a tante parole quando la roditrice, istrionica boccalona qual'è, in una delle sue sottolineature gestuali dell'eloquio ha sbattuto il pollice della zampina anteriore destra sul lato del tavolino e una scheggia le si è piantata tra l'unghiello e la pelle. Ha cambiato espressione nel volto denunciando il dolore; contemporaneamente si sono i due levati e diretti al bancone per un pò d ghiaccio che ha alleviato uno dei segni flogistici manifestatisi. Una volontaria zelante si è offerta di estrarre la scheggia con le pinzette da sopracciglia che la Squitty, glam-chic d'annata, porta sempre con sè. Ma solo tra le mani di Massi hanno espletato la loro funzione in maniera risolutiva, liberando il topolino dall'impiccio; non ci sono dubbi che si tratti di un eroe. Ma il bello è arrivto con la consulenza del farmacista di cui erano assetati, trovandosi davanti un probabile inserviente delle pulizie della farmacia che, svogliato e ruminante, si è limitato a suggerire quanto gli avventori già sostenevano, cioè a rispondere affermativamente circa l'uso di un disinfettante. Ai due è sorto il dubbio che ciò che il losco figuro stesse masticando fosse una caccola e che la volesse porre sull'unghiello, quale rimedio. Probabilmente la masticazione ne avrebbe favorito l'adesione.
Il tutto è terminato con la Squitty che per alcuni giorni dovrà pedalare sulla ruota con tre zampe sole e Massi che ha scoperto l'insostituibile leggerezza e utilità dell'essere "pinzetta da sopracciglia". Si raccomanda a tutti di scoprirlo.

giovedì 1 maggio 2008

Le Nuvole

...Vanno
vengono
ritornano
e magari si fermano tanti giorni
che non vedi più il sole e le stelle
e ti sembra di non conoscere più
il posto dove stai...

-Fabrizio De Andrè, 1990-