lunedì 19 maggio 2008

Ruote, munnezzaio e ossi di formicola

Ieri c'è stato il pranzo che raccoglieva tutto l'albero genealogico da parte di mamma, del Sergente quindi, una vera sequoia... a cui mi son sottratta: avrei potuto impiccarmi ai rami... Inoltre oggi mi son potuta godere il racconto, a tavola, tra un fusillo e un pezzo d'"ananasso", come si dice dalle mei parti. A quanto pare lo zio Mauro, il marito della Cesarina, già citata, in settimana ha affrontato uno dei suoi match di improvvisazione teatrale, rallegrando il centro commerciale dove la coppia, dal solido e indiscusso legame, si era recata per acquistare una valigia. Stanno per partire per il mare, credo. Lo zio, con la solita smania che ha alle gambe, ha pensato bene di sedersi sul primo oggetto -riconoscibile come 'sedia'- si parasse nel suo campo visivo. Detto fatto, trova la sediolina da ufficio, quella classica con le ruote, della signorina addetta ai clienti (quelle addette ai clienti, anche a 64 anni, anche se sposate son sempre "signorine", e ingolfano audacemente le fantase erotiche di generazioni intere accomodandosi il foulard al collo o sistemando i bottoni della divisa). La proto-hostess, vedendo lo zio adagiarsi dall'alto del suo quintale sulle 6 ruote modello pattinaggio artistico, ha esclamato portando le mani smaltate di fresco alla bocca sverniciata di gloss: "Oh ikkè la fa?" ma non ha fatto in tempo a dirlo che lo zio è partito nel suo viaggio verso l'infinito; la radio in stereo ha inziato a trasmettere "Nano-Nano". Un dislivello in una delle mattonelle ha inaugurato il salto. L'improvvisazione ha avuto un successo pazzesco, dato che anche lo stesso regista-attore non ne era consapevole. E spesso avviene cosi, dato che "inciampa negli ossi di formicola" e se sei un bambino e cammini a suo fianco, guai a farlo con le mani in tasca, che nvece devono essere sempre pronte a pararti dalle cadute eventuali. La zia sperava di trovare il petrolio, o che il suo sposino raggiungesse l'Australia, ma niente di tutto ciò è avvenuto (liste d'attesa troppo lunghe per San Gennà! E ora Iss tiene a'munnezz!), anzi, s'è ritrovata a doverlo alzare, rischiando un'ernia vertebrale e col trucco colato dalle lacrime delle risa.

1 commento:

Eule ha detto...

Madonna che mi fai venire in mente con questo mirabolante racconto Titty! Una delle scene più esilaranti della mia vita! Qualche anno fa uno zingaro mi aveva bollato il cellulare che avevo lasciato incustodito in biblioteca, allora qualche giorno dopo parto con mamma e babbo alla volta dell’Ipercoop per comprarne uno nuovo, come potevo stare senza!! Ovviamente la mamma quando si reca in questi templi della spesa viene colta da un desiderio irresistibile, quello di fare una mega sessione di acquisto, nemmeno stesse per scoppiare la guerra, quindi dice al babbo di prendere un carrello. L’Ipercoop di Sesto Fiorentino, come saprete di certo, ha nel sottosuolo un immenso parcheggio coperto con un pavimento liscissimo, che invita veramente ad una corsa con pattini a rotelle/rollerblade/skateboard/monopattino, ma in mancanza di tutto ciò che fa il babbo? Prende la rincorsa e si butta sul carrello. Per coloro che non lo conoscessero il mio babbo è un signore di 67 anni (all’epoca dei fatti 64) di un metro e ottanta per 95 kg che sembra uno tutto d'un pezzo e invece è ancora un quindicenne dentro! Il carrello non ha retto la mole e si è impennato ed è finito al suolo insieme al babbo, insomma, come si dice da noi ha fatto carciaritta. In tutto questo io e la mamma, in pochissimi secondi abbiamo avuto una serie di pensieri in successione: 1. nemmeno i bambini! 2. Oddio s’è stroncato! E, dopo aver verificato che era tutto intero, riso incontrollabile. Dopo aver snocciolato un rosario di moccoli, lo sfortunato acrobata mi prende da una parte e mentre avevo ancora i crampi allo stomaco dal ridere mi dice “Tu ne vedi di morti di 60 anni rialzarsi così! Sembravo una molla! Unn’ho fatto in tempo a cascare che ero di già in piedi!” e io prontamente rispondo: “Oh babbo ma che ne vedi di morti te di sessantenni che fanno di codesti lavori!”.