domenica 11 maggio 2008

Si salva con la gastrite

Mattina. In bagno. Io e mia madre ci scambiamo "le consegne", mezzo assonnate, tutte struffellate, in camicia da notte lei, in piajama io. Ha sognato male. Il tragico evento di Verona e la conseguente puntata di anno0 l'anno evidentemente scossa, sicchè mi fa:
"Per carità, stai attenta quando esci"
Ed aggiunge, provvidenzialemnte a conoscenza del mio carattere bestemmiatore e del mio segno de fuego:
"Non accettare provocazioni!"
"Sieeee", gli rispondo io, "A quegli gli andrebbe schiacciata la testa ni' muro"
Lei alza il sopracciglio destro, quindi proseguo: "Tranquilla mà, non sai che m'è successo giusto l'altra sera..."
Lei sgrana gli occhi, e si siede, e io attacco. La sera prima, in una delle mie uscite notturne zu Fus, passando dietro casa, davanti alla ASL, nota sede distributrice di metadone, proprio davanti alle scale dell'entrata affiancanti il marciapiede nonchè quartier generale delle "compagnie" di zona, proprio in quel punto una gastrite da fragole di cui ero vittima ha il suo effervescente effetto. Il buio mi diceva che ero sola, quindi ho sgassato un rutto degno della miglior Principessa, proprio ci ho messo tutta l'anima, e devo confessare che ne ho ottenuto anche molta soddisfazione, tanto da balenarmi l'idea di scrivere un manuale sull'autostima. Appena concluso questa marcia trionfale, vedo due paia di occhini sbucare dalla notte, sulle scale.
Credo che il fatto abbia costituito un vacino anti-scippo, dato che mi hanno lasciato passare con un espressione che ho letto, nell'oscurità, come ammirata... Che fantasia! E senza acidi!

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