mercoledì 26 agosto 2009

Day 10: 08/05/'09

Come volevasi dimostrare; meno male che ieri mi son rilassata al Central Badet, perchè stanotte non ho dormito poi molto; i tecnici hanno rilevato presenza di “farfalle nello stomaco”. Che ci volete fare??? Sono ancora un’adolescente!!!

Ci siamo date appuntamento per il pomeriggio, ho dunque tutta la mattina a disposizione per prender fiato, e il mio luogo d’elezione è il Modernamuseet, sull’isola di Skeppsholmen, immediatamente ad est di Gamla Stan. E’ vicino al museo di architettura che purtroppo non ho il tempo di visitare, almeno per questa volta!!! E’ un edificio che si articola su tre piani e sfrutta il dislivello naturale del terreno scendendo in basso. Le sale che preferisco sono quelle dedicate ai Cubisti e a Mondrian, il resto mi incuriosisce ed affascina, ma mi sfugge anche molto, orba di quello sguardo sulla realtà che altrimenti permetterebbe a me di fare installazioni. In ogni modo per vederlo bene mi ci vorrebbero altre due puntate minimo, ma urge che prenda la rossa per andare a Danderidgs... 

Le indicazioni di Rosalba sono svedesissimamente precise, arrivo in un batter d’occhio a destinazione. L’ambiente è molto curato, la struttura è nuova, ampia e luminosa.

Mi ha procurato un camice per poter girare indisturbata nella struttura, una divisa e le ciabatte, per queste non so chi ringraziare, ma ci son stata comodissima. Il suo è il comparto operatorio, dove, come infermiera specializzata, fa l’anestesista. Il modello di riferimento è diverso dal nostro si ispira a quello anglo-americano in cui non c’è una divisione tra operatori socio sanitari e Infermieri, ma ci sono solo infermieri; c’è il nurse staff, dedicato all’assistenza di base  e poi il personale specializzato come Rosalba. Sia le sale operatorie che le sale-risveglio o la rianimazione e il pronto non sono dissimili dalle nostre, a patto che siano di recente costruzione, tuttavia è il sistema attivo lì dentro che cambia e stravolge tutto. Tutti parlano correntemente inglese, facilitandomi la partecipazione; come anche altri esempi hanno dimostrato, gli svedesi son sempre molto attenti a questo aspetto. Ed anche i pazienti stessi parlavano con me in inglese. Assisto ad un intervento su un piede diabetico, è un uomo di 75 anni circa; mi racconta delle sue vacanze giovanili con la moglie in Italia, non appena scopre che è da lì che vengo, e loda con occhi estasiati persi nei ricordi, la cucina del bel paese. C’è la radio accesa, il clima è disteso... Inusuale per me, dato che le sale operatorie viste da me fin’ora sembravano dei circhi in cui la strumentista sesso fa da assistente a un lanciatore di coltelli. Il paziente canta, ci sono gli Abba in onde medie, che spettacolo. Assisto anche a due  parti cesarei; devo ammettere che sono commoventi e che il momento topico non è  quando estraggono la pallina di lardo dalla trippa, ma quando tagliano il cordone. Da lì si che inizia una nuova vita, in quel momento secondo me hanno radice tante cose. Immagino che per me abbiano usato un paio di tronchesi! E poi dal taglio al primo vagito tieni il fiato sospeso; non so com’è che succede, ma di fatto così è: tieni il fiato sospeso finchè non senti il marmocchio strillare, e come ti piacciono quelle urla. E’ lì che allenti la tensione e se hai la palpebra debole ti cala anche una lacrimuccia. I babbi se vogliono possono assistere, anche se in realtà dipende dal tipo di anestesia somministrata alla mamma. Poi, quando il bimbo è stato pulito e dopo qualche spregio a fin di bene viene dato ai due incoscienti, e ora hai voglia te a favole e pankakor!!! Tanti auguri!

Un segreto: i letti si muovono in maniera che basta aiutare il paziente a spostarsi, senza il minimo sforzo; mi spiegano “perchè abbiamo solo una schiena!” .. non ditelo a me, che già me ne rimane mezza sola... Questi svedesi sono bravi a girare il dito nella piaga!

Non è una sanità, questo sistema è una santità! Sto cercando di non pensare al fatto che cercano infermieri, e sono molto tentata da annullare il biglietto di ritorno... Ma ormai la pulce nell’orecchio m’è entrata.. magari per questa volta torno, ma con un sogno nel cassetto nuovo nuovo, svegliata da un lungo sonno senza sogni.

Mandiamo messaggi ad Isil, per sentire se ci raggiunge da qualche parte per bere qualcosa, siamo cariche come cannoni.

Andiamo a bere in un pub all’aperto proprio tra due degli edifici della biblioteca. Si tratta di un locale estivo, allestito con gazebo e comodissimi, ampi divani Ci sediamo e ci trangugiamo birra e patatine. Dannazione, ma perchè il meglio della vita o è illegale, o è immorale o fa ingrassare? Come fa poi uno a non bacarsi il cervello??? Chiacchieriamo e ridiamo, la serata vola e presto arriva l’ora in cui la tunnelbana si trasformerà in zucca, ma per quanto mi riguarda sono su un jet, dato che son reduce da un nurse-tour da sballo.

So che neanche stanotte dormirò.


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