mercoledì 26 agosto 2009

Day 12: 08/07/'09

E così siamo arrivati all’ultimo giorno, domani parto. Oggi ho una bella scarpinata da fare.

In questi giorni escono le dichiarazioni dei redditi delle donne più ricche di Stoccolma. L’anno passato da noi ci fu un così gran putiferio su questa questione. Qui non hanno nulla da nascondere, ma è un fatto di mentalità; e ora fatemi fare un pò di antropologia abitativa: fateci caso, da noi le persiane stanno parecchio accostate, chi è fuori non deve impicciarsi; qui son tutti vetri e se magari sali le scale a culo di fuori te lo vedranno, ammesso che te lo guardino: hanno di meglio da fare che stare li a fissarti morbosi le chiappe! Sicuramente c’entrerà anche il clima, qui si ricerca la luce, il calore, da noi, d’estate soprattutto si rifuggono, ma è una forma mentis, altrimenti, sulla trasparenza sempre, non si spiega come, pochi anni fa una parlamentare che fu beccata a parlare con un giornalista al di là degli spazi e dei tempi consoni, per solo questo fatto si dimise. Da noi il premier va a mangiare con i giudici e dice che i giornalisti non si devono schierare: e questo è un appello a loro, è esattamente quello che dovete fare, l’opinione pubblica altrimenti come fa, poi è scontato che vinca quel nato d’un cane, e poi vergogna  a lasciarmi Marco Travaglio sempre solo!

Prendiamo la tunnelbana e intercettiamo il giornaletto “Metro” da cui ritualmente  ormai leggiamo l’oroscopo. Isil scende a Rådmansgatan per andare dritta da Martina. Io torno in Gamla Stan, dove c’è la libreria dell’Istituto Svedese; ci trovo il libro di Selma Lagerlöf sul prete spretato, in italiano; ho finito le mie saghe (che così potrò finalmente passare a Valetudo). Faccio un giro da Ålens, un grande magazzino classico, mai lasciare Stoccolma senza averci fatto un salto prima. Soprattutto non posso partire senza tornare al Central Badet. Voglio tornare con lo schiaffo morale di un’abbronzatura, contro i luoghi comuni. Mi mancherà la sauna! Prima però urgo di uno spuntino; scelgo la Kulturhuset come mia meta: ha il caffè ai piani alti e la struttura in vetro e ferro offre un’ottima visuale, mi pregusto già panorama e caffè scrivendo sul mio mac, ma il sorriso mi si spezza sul viso appena mi rendo conto che tutti i posti sono occupati; ma dovevano venire tutti qui oggi? L’idea in realtà era di venirci con Rosalba, per salutarla, ma non può perchè stasera farà la notte... una scusa per tornare: come si fa a partire senza salutare Rosalba? Mi tocca farmi uno smörgås, un panino scoperchiato, al bar del Central Badet, sennò in sauna ci collasso.

Soprattutto oggi è il tempo per l’ultima fika... scelgo ciò che ha detta di Isil è il posto dove si mangia la miglior Hallon paj di Stoccolma, sarò costretta a confermare. E’ il Café Birger, giusto dietro Odenplan, questo mi fa essere vicinissima a Martina, potrò sfruttare fino all’ultimo minuto. Ci sono i tavolini fuori. Il cielo è terso e anche se ci vuole la giacca, mi accomodo fuori e mi godo il tepore. Scrivo e leggo. Questa si che è vita! Tuttavia 20 minuti mi sembrano eccessivi per l’attesa, soprattutto dopo che continuo a veder servir tutti e che la capa si fuma pure una sigaretta, così le chiedo che fine abbia fatto la mia torta. Lei cambia espressione, è mortificata, si scusa; viene immediatamente con la Hallon, la salsa di vaniglia e un’aranciata che io non avevo chiesto, ma che mi offre lei per scusarsi; quante volte pensate vi sarebbe successo in Italia??? E’ davvero la Hallonpaj più buona di Stoccolma; purtroppo mi scordo di visitare la toilette, nonostante le raccomandazioni di Isil... l’unica volta che non mi scappa! Lo prendo come un altro segno di Odino: devo tornare qui. Anche per visitare Skansen del resto e per fare milioni di altre cose, chi più ne ha più ne metta!

Raggiungo Isil al negozio. Stasera mi aspetta con Valerio, l’amico genovese vittima della sindrome di Stoccolma pure lui, cui auguro con tutto cuore di farcela a trasferirsi. Lui sostiene che con il mestiere che faccio dovrei annullare il rientro.. pure lui ci si mette ora  a schiantarmi pulci nelle orecchie!!!

In onore alla mia ultima sera e alla sua prima ceniamo in un ristorante svedese, salmone è la nostra scelta. Al cuoco purtroppo è caduto un pò troppo sale... questo ci costringe a bere una volta usciti; la meta è sempre lei, Söder l’incontrastata, senza tralasciare il panorama di Montelius, da cui dò il mio saluto ufficiale alla città. La sete incombe, cerchiamo un pub, Götgatan fa al caso nostro; voglio assaggiare il sidro, che penso essere semplice succo di mela. Quando ne ho trangugiato un buon 95%, sentendomi avvampare come arsa su un rogo e sentendo che ormai i freni inibitori hanno salutato la curva, chiedo ingenua e spavalda:”Ma c’è l’alcool qui dentro?” Isil manca poco soffoca dalle risa e anche Valerio è molto divertito. In quelle condizioni, raccolta la serata, torniamo verso la casa dove una valigia spalancata mi aspetta.


Nessun commento: