mercoledì 9 aprile 2008

Antò

Dopo la notte al pronto me lo dovete concedere, quindi anche in questo post farò la pelandrona e farò parlare altri; non ho ancora dormito, ho l'adrenalina a palla, è un luogo controverso ma affascinante; ho lavorato benissimo, uno dei pochi posti (insieme alla Biblioteca di Borgo) dove mi son detta: qui ci potrei restare anche tutta la vita; quando i colleghi, prima come ora (Sahry!!!), sono validi va tutto liscio come in discesa.

Ora vi cito Silvia Ballestra, che ad inizio anni '90 pubblicò una raccolta, Compleanno dell'iguana, che si trova adesso terribilmente fuori catalogo; ristampato nel 2004, è stato RESO perchè non vendeva... e vende Melissa P... Ci stupiamo che domenica si rivota???
Sentite che perle... giudicate voi....

Da La via per Berlino, il I Capitolo, "Un'adolescenza Pescarese"

"...
Antò Lu Purk è nato a Montesilvano, provincia di Pescara, nel '69, lo stesso giorno che l'uomo ha conquistato la luna.
Ha trascorso questa adolescenza pescarese mangiando parrozzi alla pasticceria Primo Vere, in Piazza D'Annunzio; smadonnando in riva al mare estate e inverno con gli amici del cuore Antò Lu Zombi, (attualmente apprendista trimestrale alle poste ferrovia di Pianello); Antò lu Mmalatu, (infermiere alla casa di cura Vittoriale); Antò Lu Zorru, (giornalista free lance al quotidiano Il Centro di Pescara, con il falso nome di Antonio Possis d'Arno).
Fino ai 16 anni i 4 Antò hanno cercato di concupire le figlie dei giostrai staglionali in tournée nella zona Francavillla a Mare-Roseto. Palpavano, più che altro: chiappette sode dell'Alto Lazio; puntavano uccelli guizzanti contro cosce e pantacalze alla Cercasi Susan Disperatamente; sussurravano negli orecchi giovinetti frasi come "Pss, stu batacchio trepidante, pacca 'l culo a lu passante!" O anche: "Psss, se te lascerai 'chiappà, goderai fino a dumà!"
Figurarsi.
Le figlie dei giostrai avevano cominciato a suonare organi trentacinuenni prima dei 12 anni; pertanto, ogni volta che i 4 Antò comparivano inutilmente assatanati all'orizzonte, le ninfe li portavano per culo settimane di fila in tutte le fiere del circondario.
"Prustitute" diceva autoconsolatorio Antò Lu Mmalatu. "Zoccole."
"27 centimetri di manico" constatava Atò Lu Zorro. "Chiunque se la farebbe sotto, al posto loro"
"27 da moscio" precisava Antò Lu Purk, con fare da imbonitore d'aste.
Comunque i 4 Antò nonostante la presunta attrezzatura da guinness, non conobbero l'intimità femminile prima dei diciott'anni, quando decisero che era giunto il momento di dare una svolta importante alle loro vite, separandosi definitivamente: questa, almeno, è la voce messa in giro dalle gemelle Treves, loro tradizionali nemiche.
Sia come sia, di quel periodo post puberale è rimasta storica la volta che Antò Lu Mmalatu tentò di mordicchiare i capezzoli di una certa Sonia di Rieti; la prustituta andò a riferire tutto ai fratelli, i 4 Antò furono inseguiti per chilometri di statale, con questi nove tra fratelli e cugini alle calcagna.
le scorregge dei tubi di scappamento di vespini e Benelli truccatirimbombarono da Piana di Tecce a Silvi MArina in n fortunale di marmitte che vrebbe potuto far abortire donne incinte.
Gobbo sul manubrio della vespa cinquanta, gli occhi che lacrimavano per il vento, Antò Lu Purk smanettava come un dannato, mentre Antò Lu Mmalatu urlava "Dagli gas! Dai gas in nome di Gesù, o questi ce tajano le palle!"
Non potevano farcela, i 4 Antò sulle 2 vespe.
I fratelli e cugini giostrai riuscirono a raggiungerli all'inizio della salita di Torremozza: furono circondati dalle posse dei vendicatori, presi a pugni e sputi da tutte le parti, prima che un contadino facesse accorrere i carabinieri giù dal paese.

Antò Lu Purk, verso i diciott'anni pesava 91 chili. Aveva qesto fisico impressionante da giovane barile di campagna. Scuro di incarnato, capelli ricci, filava sulla vespa arancione in contromano nei tratti di lungomare che collegavano casa dei suoi al liceo artistico Duca degli Abruzzi.
In classe, Antò Lu Purk stava seduto stravaccato, la panza sbordante dall'orlo verdolino del banco. I compagni lo rispettavano e temevano, i professori avevano sul suo conto idee contrastanti, nel senso che, non essendo Antò Lu Purk completamente scemo, rifulgeva in talune materie quali disegno ornato, punto a giorno, eccetera; soprattutto la professoressa di applicazioni tecniche, la signorina Laura Sasso, gli voleva bene. Nei consigli d'istituto sosteneva che lui era un ragazzo in gamba, forse bisognava solo prenderlo per il verso giusto.
Figurarsi
Comunque, il Lu Purk venva rimandato tutte le estati in tre materie: italiano, matematica, disegno dal vero.
Il giorno che mettevano fuori i quadri, Antò Lu Purk faceva sceneggiate incredibili: davanti alla bacheca gli occhi diventavano subito umidi; lui afferrava compagn presenti a caso, pizzicava braccia, strizzava polsi; chiedeva conforto e pronunciava bestemmie irriproducibili qui, in cui prevalevano le invocazioni a San Giuseppe falegname.
Poi, alla fine dell'estate, si presentava agli esami di riparazione senza mai aver aperto libro; se possibile, in una forma peggiore di quando aveva meritato la bocciatura. Più che altro copiava agli scritti; durante gli orali diceva spesso che si sentiva poco bene; era emozionato; il mese prima gli era morto un caro amico e allora lui non aveva avuto i ervi per prepararsi a puntino.
Sempre verso i diciott'anni, in vista degli esami di maturità, forse schiacciato dall'angoscia per l'imminenza del supremo giudizio, l'idea della visita medica militare, la fine dell'età dell'oro, Antò Lu Purk s'era fatto prendere dalla fissa d rivisitare i luoghi d'infanzia; nonostante avesse ormai i capelli a cresta di gallo, grinta da rocker, vestisse pantaloni di velluto a coste fine e giubbotti in pelle sfrangiati su maniche e punto vita, ogni volta che rivedeva la carovana dei giostrai dalle colline gli si allargava il cuore, una lacrima poteva rigargli il viso. Allora scalciava il pedale d'avviamento, smanettava frenetico sul gas, scendeva con la vespa scorreggiando a precipizio lungo il sentiero di bossi, elci e frassini. Raggiungeva il letto della statale, tentava di affiancare i torpedoni dei giostrai facendo grandi gesti di saluto, gridando felice "Alè, Cumpà! Bentornati, cumpà!"
Sbandava sulle piccole ruote lungo il margine della carreggiata, alzava polvere e breccino in scodate di frenata.
Sul serio.
C'è stato un periodo, sui diciott'anni, che ogniqualvolta rivedeva la gente del luna park lui veniva assalito da nostalgie indicibili, furiose rimembranze: cercava di trasmettere questo sentire poetco agli altri ANtò, ma quelli se ne fottevano, essendo incommensurabilmente più rozzi del nostro. Comunque, fu il periodo che gli altri Antò lo soprannominarono Antò Lu Park, o anche: Antò Lu Giostraio.
Andava alla ricerca di questo paesaggio umano fantastico, popolato di Sonie, Jessiche, Vanesse: gli amori perduti di gioventù.
Pochi anni dopo la storia con i nove tra fratelli e cugini giostrai della prustituta Sonia, Antò Lu Purk era riuscito a introdursi nell'ambiente, fare pace con tutti, diventare fratello di sangue zingaro dei più importanti capi giostrai. Inutile aggiungere, che dietro il portento di tanta riappacificazione ecumenica c'era l'appalto di svariati etti di libanese rosso, la carica di spacciatore ufficiale della zona Montesilvano. Silvi Marina ovest, in gioco.
Sul lavoro Antò Lu Purk esibiva sangui freddi straordinari, amava presentarsi con 'sto portamento rilassato, per certi aspetti quasi elegante.
Teneva particolarmente a far sapere che lui non trafficava fumo per soldi, ma per scelta culturale, passione.
Figurarsi.
Comunque, per avallare questa tesi, Lu Purk vendeva preferibilmente ad amici o amici di amici: gli altri Antò non furono più tanto allegri esoddisfatti come in quei mesi, sempre a fianco del loro capo carismatico, beneficiari di sconvolgimenti commoventi e agratiss.
..."

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